Date:11 ottobre 2012

La Cassazione condanna Equitalia: «Vengano chiariti i metodi di riscossione»

Sentenza importante quella dei giudici di Roma: il contribuente avrà diritto a conoscere l’intero contenuto della cartella esattoriale, al posto del semplice estratto di ruolo. Ne parlano con noi il presidente di NoiConsumatori, Angelo Pisani, e il presidente di Federconsumatori Campania, Rosario Stornaiuolo.

Strano destino quello di Equitalia: se ne parla molto per dire, spesso, ben poco. Quello che viene da molti definito come il “braccio armato” dell’Agenzia delle Entrate sopraggiunge all’onore delle cronache solo nel momento in cui subisce attacchi dinamitardi o invia cartelle assai strambe, come quella notificata a un 12enne che avrebbe contratto debiti fin prima dalla sua nascita. Meno spesso se ne parla riguardo alle sentenze giuridiche, quelle che potrebbero determinare una seria e concreta svolta nelle pratiche e nei metodi dell’ente diretto da Attilio Befera. Ultimo esempio, in ordine di tempo, è la condanna subita in Cassazione a fine settembre, dopo la sentenza emessa dalla Commissione Tributaria di Genova nella prima metà degli anni Duemila. Tale sentenza prevedeva l’annullamento di migliaia di cartelle, del valore di oltre 400mila euro, emesse nei confronti di alcuni cittadini. Il motivo: non erano chiare le motivazioni del pagamento all’erario.

L’ESTRATTO DI RUOLO: COS’È? – La contestazione dei contribuenti si basava su di un punto fondante: Equitalia, nei casi in questione, aveva recapitato solo gli estratti di ruolo, vale a dire il semplice elenco delle somme dovute all’erario da parte di ogni singolo contribuente. «Il ruolo – secondo il portale giuridico di assistenza tributaria 101professionisti.it – è oggi lo strumento principale per la riscossione coattiva delle entrate dello Stato e degli altri enti pubblici». Ciò significa che nessun ente di Stato (in particolar modo Equitalia) si è mai preso la briga di inviare le cartelle complete e integrali all’indirizzo del contribuente. Una mossa che sarebbe lecito definire poco chiara e trasparente, ma di cui l’ente dell’Agenzia delle Entrate ha sempre fatto un utilizzo parecchio abbondante. Per tale motivo la sentenza della Cassazione (emessa, vale la pena sottolinearlo, dopo un ricorso presentato dalla stessa Equitalia) può definirsi, senza timore di esagerare, storica. A parlarcene è l’avvocato Angelo Pisani, presidente di Noiconsumatori, comitato anti-Equitalia, nonché dell’ottava Municipalità di Napoli.

RILANCIARE PRODUZIONE E CONSUMI – Diminuire la pressione fiscale sui lavoratori e sulle imprese significa anche creare maggiore sviluppo per il Paese. Alle parole del presidente Pisani fanno eco quelle di Rosario Stornaiuolo, presidente di Federconsumatori Campania: «Nella nostra regione sei famiglie su dieci contraggono debiti per poter arrivare a fine mese». In tal senso, il presidente propone alcune soluzioni, come la defiscalizzazione delle tredicesime e la tassazione dei grandi patrimoni.

Una pressione fiscale più “selettiva” significa, nelle parole di Pisani e Stornaiuolo, rilanciare l’economia della regione e dell’intero Paese. Uno socio di maggioranza occulto come lo Stato, in particolar modo per le piccole e medie imprese, significa strozzare e ritardare la ripresa tanto sbandierata e agognata. La sentenza della Corte di Cassazione si pone su questa linea, secondo principi di trasparenza più chiari e definiti.

 

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