6 GIUGNO 2024 – «Avrebbe molestato di continuo un uomo di 42 anni di Cautano e per questo a una donna di 45 anni è stato vietato di avvicinarsi alla persona offesa con l’applicazione di un braccialetto elettronico. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal gip del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura retta da Aldo Policastro, al termine delle indagini dei carabinieri».
«Dagli accertamenti è emerso che la vittima avrebbe subito, a partire da luglio dello scorso anno, continui atteggiamenti persecutori e molesti da parte della donna, mediante ossessivi contatti sui social, diretti anche ai suoi amici e familiari, pedinamenti e incursioni indesiderate sul luogo di lavoro, fino a subire un’escalation, rappresentata dal danneggiamento dell’auto, avvenuto qualche settimana addietro».
Fin qui il lancio Ansa, che l’avvocato Angelo Pisani, fondatore del 1523.it, in difesa delle vittime di violenza di qualsiasi sesso ed età, così commenta.
La notizia di un altro provvedimento restrittivo emesso dal tribunale di benevento a carico di una donna, con braccialetto elettronico perché responsabile di violenze e continui atteggiamenti persecutori e molesti in danno di un uomo, dimostra senza più dubbi ed al netto di ogni speculazione politica che la violenza non ha sesso e necessitano nuovi metodi efficaci e bipartisan di contrasto ad ogni gesto criminale, senza nascondersi dietro la dialettica e strumentalizzazione del maschilismo o femminismo, perché quello che deve far paura è solo l’aumento dei mostri che non hanno sesso. I fatti di Benevento arrivano a pochi giorni dalla notizia che a Salerno un padre disabile è stato ferito gravemente e maltrattato dalla ex moglie , ma soprattutto a seguito di altri crimini e violenze in danno di uomini, come gli omicidi, le numerose lesioni e le molestie registrati anche all’inizio di quest anno 2024. Episodi, questi, per i quali la carenza di informazione trasparente e dell’abitudine alla denuncia da parte degli uomini, impediscono di fare un corretto raffronto sui numeri di violenze tra donne ed uomini.
Nonostante la giusta rivendicazione di parità dei diritti spettante alle donne, va detto che anche in sede sanzionatoria ed in casi di condanna per le stesse responsabilità e per gli stessi gesti criminali che si addebitano agli uomini, anche le pene devono essere uguali, senza distinzione di genere. Sicuramente invece a Benevento, se il colpevole e l’indagato di tali condotte fosse stato un uomo, non se la sarebbe cavata con un braccialetto, ma finiva giustamente e direttamente in galera.