Equitalia non solo aumenta gli interessi, ma per chi paga a rate i leasing e debiti tributari niente gare d’appalto e quindi morte economica per tutti.
Due tragiche notizie che “segnano” ulteriormente la crisi delle imprese e delle famiglie italiane per speculazioni e spietatezza del fisco e di Equitalia. Aumenta dello 0,50% il tasso per il pagamento delle cartelle esattoriali e conseguenzialmente sugli importi rateizzati con Equitalia. Il tasso annuale a questo punto arriva a oltre il 5,50%.
Ma non basta. La magistratura bastona i contribuenti e mette in crisi l’economia italiana. La notizia più grave arriva dal Consiglio di Stato che con una sentenza, la n. 6389 del 5.3.2013, addirittura ritiene che le imprese che rateizzano il debito con Equitalia non possono più partecipare alle gare d’appalto perché, come recita la sentenza, “chi vuole lavorare con la pubblica amministrazione deve rispettare gli obblighi di correttezza e lealtà”. Come se il sistema Equitalia fosse corretto e leale con i cittadini…
Insomma, anche chi paga i leasing Equitalia e le rate zeppe d’interessi e balzelli regolarmente per estinguere dei debiti tributari è condannato a chiudere. Le imprese che hanno rateizzato i debiti con Equitalia su invito e norme dello stesso sistema sono quasi un milione ed ora non potrebbero più partecipare a gare secondo la giustizia italiana.
“Con questa sentenza, se applicata dalla Pubblica Amministrazione appaltante” – dice il presidente del Movimento Anti-Equitalia, l’avv. Angelo Pisani – “si mette fine al lavoro delle imprese con il conseguente licenziamento di un numero enorme di lavoratori ed il fallimento e crollo dell’economia italiana”. L’avv. Pisani denuncia invece le gravi violazioni ed omissioni della pubblica amministrazione nota come pessima pagatrice dei suoi debiti e chiede provocatoriamente, cosa pensa il Consiglio di Stato, degli oltre 100 miliardi che la Pubblica Amministrazione deve invece ai contribuenti e alle imprese italiane.
Dunque un’altra doccia fredda senza precedenti e giustificazione per i poveri cittadini e famiglie italiane, che arriva direttamente da due organi dello Stato italiano.
“Bisogna mettere il punto su queste questioni perché il rischio ormai prossimo è quello della ‘morte’ del nostro Paese e la sfiducia totale dei contribuenti nei riguardi delle istituzioni lontane dai bisogni e realtà dei nostri giorni” – conclude amaramente Pisani sperando in una rivolta civile della buona politica contro le caste.