«I tassisti – dice Palermo – in considerazione del presunto maggior rischio derivante dal continuo uso dell’automezzo, pagano per l’assicurazione delle loro vetture fino al 40-45 per cento in più degli automobilisti privati. Noi chiediamo soltanto di essere assimilati ai privati, facendo diminuire, ovviamente, l’entità del rischio potenziale. Come? Se trovassimo una compagnia intenzionata ad assicurarci tutti assieme, saremmo disponibili a sottoscrivere i contratti con una una serie di vincoli che metterebbero al riparo la società di assicurazione da qualunque sorpresa».
Palermo si riferisce all’impegno dei tassisti napoletani ad aderire a polizze che prevedano il rimborso degli eventuali danni soltanto a partire dai 500 euro in su. «Siamo anche disponibili – aggiunge – a farci montare sulle auto una ‘scatola nera’ che monitori costantemente i percorsi, i consumi e la natura degli eventuali sinistri. Noi daremmo vita, infine, ad un fondo di garanzia ‘interno’ che ci tuteli per i piccoli danni, senza che la compagnia assicuratrice venga in alcun modo tirata in ballo. In sostanza all’assicurazione rimarrebbe da coprire solo i sinistri di notevole entità, quelli sui quali, per intenderci, è impossibile qualsiasi forma di speculazione e che, ovviamente, sono molto rari». «Abbiamo la speranza – conclude Palermo – che qualcuno accetti la nostra proposta. Credo che sottoscrivere in un colpo solo 2.500 polizze assicurative con altrettanti automobilisti sia, comunque, un affare per qualsiasi società. E così, in tempi tanto difficili, potremmo finalmente pagare un premio assicurativo più contenuto, in modo da far scendere i costi di gestione che sono per molti di noi davvero insostenbili».