da “Il Mattino” – domenica 3 novembre 2013
Diego Armando Maradona è pronto a ripartire all’attacco, con il suo avvocato Angelo Pisani, nel suo contenzioso tributario con Equitalia. Ecco l’intervista rilasciata a “Il Mattino”:
Diego, perché non presentò ricorso, come Careca e Alemao, all’udienza d’appello tributario che diede loro ragione nel 1994?
«Nessuno mi ha mai notificato nulla, eppure non ero uno sconosciuto. Bastava chiedere ad un giornalista per sapere dov’ero. In verità, se anche avessi saputo di quell’udienza, avevo problemi più seri da affrontare. Combattevo contro la morte».
Che le succedeva, in quei mesi?
«Ero ricoverato in clinica, la mia vita era appesa ad un filo. Stavo morendo. Con tutto il rispetto, era quello per me, come penso per qualunque essere umano, il contenzioso più importante da risolvere. Ho vinto».
Nel diritto, la forma è anche sostanza: sa che Equitalia sostiene di aver ragione perché lei non fu parte attiva in quel famoso appello tributario?
«Equitalia allora non esisteva ancora. Come la vedo io, non costituirsi e non difendersi da un’accusa inesistente non significa essere responsabile di qualcosa. Almeno in un paese civile».
Che ricordi ha di quei mesi del 1994?
«Dovevo cacciare un mostro che mi stava divorando la vita. Non ho mai avuto paura di combattere, non mi farò stendere neanche ora. Tu chiamala droga, io so che quello era un mostro che mi stava uccidendo. Ho vinto, posso gioirne con le mie figlie e il mio nipotino. Forse qualcuno sperava che non riuscissi a farcela».
In un’intervista al Mattino, Ferlaino sostiene che lei fu informato del contenzioso in corso con il fisco, ma che se ne fregò. È vero?
«Quello che dice Ferlaino è deprimente. Tutto falso, dovrà rispondere alla sua coscienza. Deve imparare a raccontare la verità. Lui ce l’aveva con me, volle farmi pagare il conto e mi ignorò, pensando che Napoli mi avrebbe dimenticata».
Fonte: www.ilmattino.it