Contrordine: la Vela Celeste di Scampia non va più sgomberata ad horas. Lo ha deciso il Comune di Napoli, contraddicendo clamorosamente la sua stessa ordinanza di pochi giorni fa e lasciando gli abitanti sopravvivere in condizioni infernali senza dare alloggi alternativi e senza garantire alcuna sicurezza.
Fermi tutti, contrordine: la Vela Celeste di Scampia, struttura pericolosa e fatiscente come le altre, che solo una settimana fa doveva essere urgentemente sgomberata per gli “imminenti” pericoli incombenti sulla vita dei suoi oltre 600 abitanti, non è più pericolosa. Anzi, con qualche ritocco, potrà tornare più bella e sicura che prima. Ovviamente senza garantire alcun alloggio e tetto alternativo agli occupanti, lasciati nel pericolo e nel degrado dove, sotto gli occhi delle istituzioni, sono costretti a vivere da decenni.
Sarebbe una barzelletta se non fosse la grottesca realtà cui ci costringe ad assistere l’amministrazione comunale di Napoli e la Giunta de Magistris, in preda ad una tale fibrillazione pre-elettorale da emanare finalmente un ordinanza sindacale di sgombero ad horas di una sola Vela, a tutela dei cittadini abbandonati ai noti pericoli, e poi subito dopo contraddire se stessa, senza eliminare i pericoli e senza prevedere ad un piano casa e a dare una sistemazione sicura per le povere famiglie sballottate tra ordinanze di sgombero e contrordini.
«Roba da non crederci…», sbotta il presidente della Municipalità Napoli Nord Angelo Pisani, leggendo e rileggendo il documento con l’ordinanza comunale di sgombero della Vela Celeste datato 27 ottobre 2015 (e relativo i ben noti pericoli certificati nel mese di agosto), e poi interpretando il verbale di accordo con il Comitato Vele stilato dagli assessori del sindaco qualche giorno dopo.
Nel primo documento, l’ordinanza ufficiale di sgombero a firma del sindaco, si leggeva che «onde garantire la pubblica e privata sicurezza e consentire la redazione di un progetto globale di ripristino funzionale del fabbricato (…) denominato Vela Celeste, occorre procedere allo sgombero di detto fabbricato dai nuclei familiari allo stato ivi residenti». Il sindaco «ordina pertanto a tutti i soggetti che allo stato occupano con i propri nuclei familiari gli alloggi o pertinenze, di sgomberare ad horas e lasciare libero e vuoto da cose l’intero fabbricato».
Ma il pericolo imminente per il Comune valeva solo fino a pochi giorni fa. Perché il 3 novembre arriva a sorpresa il dietro front. Nell’altro documento tra gli abitanti delle Vele ed il Comune, cioè il verbale della riunione tenutasi presso l’assessorato al Patrimonio e dedicata, guarda caso, alle “Problematiche legate alle Vele di Scampia”, si legge invece che l’amministrazione «si impegna, a breve termine, a valutare l’esecuzione di interventi per il miglioramento delle condizioni si sicurezza della Vela Celeste». Insomma, non si sgombera più, tant’è che nonostante il degrado ed i pericoli, agli sfortunati cittadini di Scampia non è stato assegnato alcun alloggio alternativo.
«E’ mai possibile – domanda a gran voce il presidente Pisani – che la sicurezza di centinaia di famiglie, già provate da anni di condizioni precarie, debba diventare solo un argomento di trattative in prossimità della campagna elettorale? Cosa hanno fatto gli uomini del sindaco? – domanda Pisani – Hanno trovato un’intesa con i manifestanti e si è deciso che quello sgombero per motivi di sicurezza non era poi così urgente? Nonostante i pericoli sempre attuali e imminenti di tali strutture, notoriamente non abitabili, ma invisibili alle istituzioni?».
«E come mai – è la bordata finale – dopo cinque anni di solleciti inviati dalla Municipalità con richiesta di interventi per Scampia, tutti cestinati, solo adesso De Magistris e l’assessore Fucito scoprono l’emergenza abitativa nei nostri quartieri? Ci voleva una procedura giudiziaria per farli momentaneamente svegliare?».