Dario ancora non ci può credere. Quando gli hanno telefonato dall’istituto per comunicargli che suo padre era morto è rimasto di sasso. Lo avevano visto e sentito poche ore prima e stava bene.
Come è morto Giuseppe D.G., 72 anni, ricoverato presso una casa di riposo dei Colli Aminei? E perché nella stessa struttura non hanno saputo o voluto dare subito indicazioni precise ai familiari sulle cause della morte, rifiutandosi perfino di indicare loro dove si trova la sala mortuaria e di accompagnarli, fino all’arrivo dei Carabinieri?
Perché, ancora, sulla fronte del povero signor Giuseppe spicca una visibile contusione? Ha qualcosa a che fare con la morte improvvisa dell’uomo, da tempo ricoverato per diabete alimentare ed affetto solo negli ultimi giorni, a quanto pare, da un lieve stato febbrile?
Su tutto questo il figlio Dario, che in queste ore ha presentato una circostanziata denuncia al Comando dei Carabinieri, chiede ora che si faccia piena luce anche attraverso gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, incaricati dai familiari per le indagini difensive e già impegnati a raccogliere elementi utili per accertare quanto realmente accaduto.
L’Istituto “Povere figlie della visitazione di Maria” dei Colli Aminei ospita numerosi lungodegenti, ma potrebbe contare su un personale composto da appena quattro persone, costrette ad alternarsi tra gli ospiti del primo e del secondo piano.
Uno dei punti rilevanti da approfondire è la sorveglianza dei pazienti e l’idoneità delle sbarre ai letti, indispensabili per la sicurezza dei degenti, ma che forse, nel caso del signor Giuseppe, non sarebbero state idonee, e questo potrebbe spiegare, ad una prima ricostruzione, almeno la vistosa ecchimosi sulla fronte.
«Questi ed altri importanti elementi – afferma l’avvocato Angelo Pisani – dovranno essere oggetto di una rigorosa ricostruzione da parte della magistratura, ma occorre anche domandarsi se vengano effettuati regolarmente i dovuti controlli su queste strutture private da parte delle Asl. Anche su questo fronte – assicura Pisani – daremo il nostro contributo per accertare eventuali responsabilità. Ma, sopra ogni cosa, per prevenire che possano nuovamente verificarsi situazioni dolorose come questa».