RETE IDRICA – «La rete idrica fa acqua da tutte le parti, tranne che dai rubinetti delle nostre case», era scritto su un volantino diffuso qualche anno fa da esasperati cittadini di Agrigento. La situazione non è cambiata, anzi: in Molise, secondo i dati raccolti in una ricerca di Cittadinanzaattiva ed Ecosistema Urbano, si registra una perdita nella rete idrica pari al 65%, in Basilicata del 58% e in Lazio del 38%. La media nazionale è del 35%: perdiamo acqua come uno scolapasta. Gli invasi sono metà vuoti e cominciano a esserci problemi seri per l’agricoltura, in particolare in alcune aree: Emilia, Toscana e Umbria davanti a tutti, in particolare le zone appenniniche. Ma tutto il Nord è in una situazione critica che può diventare emergenza mentre, per una volta, sono le regioni meridionali a essere fuori dall’allarme.
INVASI E CORSI D’ACQUA – La situazione in Toscana è grave: il livello di invaso del lago Bilancino, risorsa fondamentale per garantire l’approvvigionamento idrico agli abitanti dell’area di Firenze, Prato e Pistoia, è pari a 37 milioni di metri cubi, rispetto ai 70 milioni di capienza. La questione è arrivata in Parlamento, con un interrogazione presentata da Ermete Realacci, deputato del Pd: «È possibile che quest’estate nella regione sarà necessario un razionamento della fornitura di acqua e una riduzione del Dmv dei fiumi (deflusso minimo vitale, quello che garantisce la sopravvivenza degli ecosistemi acquatici, ndr). La terra secca e argillosa, anche in caso di piogge abbondanti, ne assorbirebbe la gran parte ed è ormai difficile che si riequilibri il livello degli invasi e dei corsi d’acqua. Bisogna favorire colture meno onerose sotto il profilo idrico, e recuperare l’acqua favorendo impianti di irrigazione che riusino quella degli impianti di depurazione».