Lettera aperta a Papa Francesco
e alle Istituzioni italiane
capo dello Stato, presidente del Consiglio, ministri e parlamentari tutti
Caivano, il massacro dei bambini e delle coscienze. Ma lo Stato dov’era?
Santità
Autorità tutte e rappresentanti dello Stato
Noi che abbiamo visto con i nostri occhi gli orrori inflitti alle tante creature innocenti di Caivano abusate, massacrate, quelle violentate e poi buttate via come stracci, o le altre sventrate dietro il vergognoso muro di omertà eretto da familiari e conoscenti, vi chiediamo in ginocchio di intervenire subito per fermare questo scempio, che è tuttora in atto e continua a mietere vittime nella più totale assenza dello Stato, ora come allora.
Dov’erano i rappresentanti dei cittadini italiani quando i disegni di tanti bambini e bambine, anno dopo anno, gridavano apertamente il loro dolore? Dovevamo trovare sfracellati al suolo il corpicino da una bimba di sei anni perché quelle atroci rappresentazioni venissero interpretate da psicologi ed esperti, dovremo aspettare l’autopsia del piccolissimo Antonio perché questo nostro Paese apra gli occhi su un simile inferno per vivi, assumendo i primi, urgenti provvedimenti? Cosa facevano i servizi territoriali delle Asl, gli addetti all’assistenza sociale, i medici di famiglia, le istituzioni territoriali nel loro insieme?
Abbiamo letto la lettera aperta del sindaco di Caivano Simone Monopoli. Ma possono bastare uomini e donne che si dichiarano di buona volontà, di fronte a situazioni che richiedono stravolgimenti radicali di assetti sociali retti da decenni sulle feroci logiche della camorra? O possiamo adesso, nel nome di Chicca e di Antonio, almeno sperare in una “penetrazione dello Stato” laddove i clan gestiscono il territorio da sempre?
Il concreto timore, manifestato in primis dai sacerdoti, è che spenti i riflettori dei media tutto torni come prima. E non basteranno le indagini della magistratura, né eventuali condanne a carico degli orchi, che dal carcere già negano ogni addebito. Non riusciremo a strappare nemmeno un bambino a questo abisso, che ci fa vergognare di appartenere al genere umano e perfino al regno animale, se lasceremo alla sola magistratura il compito della indispensabile palingenesi morale, umana, sociale e vorrei dire… genetica.
Che italiani saranno domani, se riusciranno a sopravvivere agli abusi, i bambini violati di oggi, nel Parco Verde o nelle altre discariche di miseria umana in cui la parte opulenta del nostro Paese ha accumulato “gli scarti”? O vogliamo che questi bambini possano essere nostri figli, oggi, e fratelli domani?
La nostra non è retorica: è orrore, è emergenza pura, è il dovere di andare fino in fondo, è l’obbligo di smuovere i cuori pietrificati, la politica indifferente, l’opinione pubblica scandalista, la parte del Paese sorda e lontana da qui.
Papa Francesco, al cospetto di ciò che abbiamo visto al Parco Verde, ci chiediamo se non sia in atto una “trasformazione antropologica” che va ben oltre la pedofilia. E ci lascia sgomenti. La gente di Napoli, tanta gente di Napoli e delle sacche diseredate del Paese, nel chiuso di stanze buie dove regnano miseria e squallore, anno dopo anno può covare dentro di sé mostri che non hanno più nulla di umano.
Io accuso lo Stato per aver permesso, inerte e cieco, che tutto questo accadesse. Io accuso chi non ha voluto o saputo cogliere, prima che fosse troppo tardi, il grido di questi innocenti. Io non smetterò mai di accusare con nomi e cognomi coloro che continueranno a nascondere la verità, rendendosi complici della morte interiore (e non solo interiore) di un’intera generazione.
Ma la gente di Napoli, Santità, sa essere grande, grande anche quando è piccola e povera, come Lei ha sentito quando è stato accolto dall’amore dei bambini di Scampia, poco più di un anno fa, in Piazza Giovanni Paolo II.
E così a Caivano, dentro ed oltre il Parco Verde, al di là di una miseria senza fine, ci sono cuori buoni, capaci ancora di sperare.
Ed è per questo che annunciamo oggi alle Istituzioni che il 26 maggio prossimo si terrà un incontro pubblico di denuncia e confronto sugli orrori del Parco Verde. Lo terremo a Caivano e faremo in modo che possa esserci quanto più possibile la cittadinanza locale e, soprattutto, i rappresentanti dello Stato. Cominceremo a guardarci negli occhi. E poi interrogheremo le Istituzioni nazionali, che saranno tutte chiamate ad intervenire. Perché pretendiamo da loro risposte concrete. Dovranno darcele. In memoria di Fortuna Loffredo e di Antonio Giglio, perché la loro morte possa salvare altri innocenti.
All’incontro invitiamo le massime autorità dello Stato Italiano a cominciare dal presidente Mattarella, al premier Matteo Renzi, a tutti i ministri e parlamentari. E sappiamo che Lei, Santità, sarà idealmente al nostro fianco, anche quel giorno.
Napoli, 21 maggio 2016
avvocato Angelo Pisani
difensore di Pietro Loffredo e Gennaro Giglio
nei procedimenti per gli omicidi dei piccoli Fortuna Loffredo e Antonio Giglio