17 MAGGIO 2024 – I manifesti del 1523 continuano a scatenare reazioni violente da parte di gruppi femministi vicini al PD, ultimo in ordine di tempo l’articolo di oggi sul Fatto Quotidiano. Così come discriminatorio appare il tentativo di ostacolare e negare la concessione del numero telefonico per la tutela dei diritti di tutti, anche degli uomini.
«Non si deve aver paura delle donne ma sicuramente dovrò stare molto attento, soprattutto alle ritorsioni e violenze del Sistema, avendo toccato interessi intoccabili, solo dichiarando che la violenza non ha sesso e che tutti gli esseri umani hanno diritto ad uguale tutela e rispetto. Spero che almeno il consiglio dell’ordine degli avvocati apra una pratica a tutela di tutti coloro i quali mettono a rischio se stessi per difendere i diritti delle persone senza distinzione di genere, mentre delle minacce e diffamazioni subite a questo punto informerò anche il presidente della repubblica, capo del Csm», dichiara l’avvocato Angelo Pisani (che ha pronosso l’attivazione del 1523.it con un team di professioniosti), dopo le aspre critiche e attacchi della sinistra e dei centri antiviolenza rosa.
«Dispiace – prosegue – per la errata interpretazione del progetto 1523 proprio da parte dell’onorevole Valeria Valente, che conosce più di altri la Costituzione, le legge è uguale per tutti e del resto basterebbe leggere l’art. 3 della Costituzione e cambiare metodi, per arginare seriamente la violenza. Infatti la violenza non può e non deve essere appannaggio di una sola parte. Se non si capisce che la violenza può essere ovunque e che chiunque compia soprusi o atti criminali va punito severamente, allora non la si sconfiggerà mai e gli esseri umani saranno sempre in pericolo e senza pari tutele».
«Gli attacchi subiti e la minaccia di censura – afferma poi Pisani – non mi spaventano, ma non sono certo esempi di democrazia da parte dei centri antiviolenza per le donne, che devono avere anche altri interessi e comunque dovrebbero tutelare chiunque, ammettendo che anche le donne possono compiere crimini da cui tutelarsi. Non è possibile che la tutela dei diritti possa esser solo di colore rosa ed esser di esclusivo appannaggio loro…».
«Noi al contrario di qualcuna e nel rispetto delle pari opportunità, non abbiamo mai chiesto di abolire i metodi del 1522 e le campagne a tutela delle donne, che difendiamo sempre, plaudendo ai loro successi rispetto al passato», chiarisce poi il legale.
L’iniziativa del 1523, un progetto culturale e assistenziale, è in aggiunta al 1522, di fatto dedicato solo alle donne, e nasce a fronte delle tante richieste di tutela da abusi e violenze psicologiche, nonché fisiche, pervenute agli studi degli avvocati da parte di uomini vittime di stalking, sfruttati, maltrattati o a rischio della vita, casi che purtroppo si verificano spesso senza la stessa tutela e mediaticità dei casi che vedono vittime le donne.
«Ad oggi – riprende Pisani – dobbiamo sottolineare la correttezza ed il buon senso del sindaco di Napoli e del Ministro Roccella, che fortunatamente non hanno oscurato i manifesti e neanche censurato il diritto di parola del comitato 1523, dopo la campagna stampa messa in moto dalle professioniste rosa con una lettera alle istituzioni, in cui si leggeva fra l’altro: «visto l’impegno chiaro del Comune di Napoli di contrasto alla violenza maschile contro le donne ed il supporto alle vittime di tale violenza, ci colpiscono negativamente le recenti campagne di comunicazione che in maniera fuorviante tendono a vanificare gli sforzi fatti finora e quelli ancora da fare».
«Il 1523 invece – spiega Angelo Pisani – è un progetto culturale nel pieno rispetto del principio vero delle pari opportunità, un messaggio antiviolenza SALVATUTTI, senza discriminazioni o colori politici, a tutela sia degli uomini che ovviamente prima di tutto delle donne, così come dei bambini e degli anziani. A differenza del 1522, che di fatto pubblicizza solo diritti rosa e raccoglie e gestisce solo segnalazioni di violenza sulle donne, nel nuovo spazio del 1523, creato insieme ad un gruppo di avvocati donna, chiunque stia subendo violenza può rivolgersi, senza discriminazioni di sesso». «Appare perciò strumentale e purtroppo violenta – aggiunge l’avvocato – una polemica così furibonda e discriminatoria dei pari diritti degli uomini come dei giovani e bambini. Il nostro servizio si aggiunge a quello istituzionale, al quale ovviamente non toglie nulla, anzi veniamo oscurati anche se la concorrenza contro ogni tipo di violenza aiuterebbe sempre a contrastare il male ed ogni illecito».
«Ricordo a chiunque vuole diffamarci e fare confusione, che noi siamo i primi a batterci contro ogni forma di sopruso, cominciando dai maltrattamenti ed abusi ai danni delle donne che possono arrivare fino al femminicidio, ma anche contro le gravi violenze psicologiche e le discriminazioni di ogni tipo».
«L’appello rivolto al parlamento ed sindaco Manfredi dai centri antiviolenza donna della campania per un pd femminista, oltre che un esempio di violenza e discriminazione, è inopportuno e pretestuoso, nella misura in cui l’obiettivo che il 1523 vuole perseguire è coerente con il lavoro che devono sempre portare avanti i centri antiviolenza: tutelare le donne ed anche gli uomini , tutti gli esseri umani senza distinzioni ed interessi», affermano dal canto loro gli avvocati del 1523 Angela Russo ed Annalisa Marcone, auspicando che sia cancellata ogni distinzione e discriminazione nella lotta alla violenza nel rispetto della parità dei diritti.
«Con il progetto 1523 si propone un paradigma diverso rispetto a quello seguito fino ad oggi», replica anche l’avvocato Antonella Esposito.
«Non si può guardare solo alle donne – aggiunge – discriminando e generalizzando su tutti gli altri, ma è necessario guardare alla relazione interpersonale. Da qui la domanda che compare sul manifesti: “Ma la violenza ha sempre lo stesso sesso?”. Per noi la violenza non ha sesso ed è sempre un crimine. Se ogni anno aumentano gli stanziamenti per contrastare la violenza sulle donne e aumentano anche i casi di violenza denunciati, vorrà dire che è necessario affrontare questo tema anche in modo diverso. Stupisce che siano proprio le femministe, a cui questo tema è così caro, a bocciare senza appello ricette diverse da quelle utilizzate sino ad ora per la tutela delle donne ed il benessere di tutti». «Tentare di bloccare il cambiamento e ignorare lo stato delle attuali politiche giuridiche che mettono sempre più al centro le persone, allontana da quello che dovrebbe essere l’obiettivo comune», conclude l’avvocato Esposito.