Parla Angelo Pisani, difensore delle vittime
11 LUGLIO 2024 – Dopo la condanna inflitta qualche giorno fa ai maggiorenni del “branco” da parte del Tribunale di Napoli Nord (12 anni e 5 mesi a Giuseppe Varriale, 13 anni e 4 mesi a Pasquale Mosca), oggi il Tribunale per i minorenni di Napoli ha emesso la sentenza a carico dei minori coinvolti come artefici delle violenze sessuali ai danni delle bambine di Caivano.
Al termine del processo, celebrato con rito abbreviato, il giudice Anita Polito ha emesso due condanne a 9 anni e una a 10 anni di reclusione.
Ascoltiamo l’avvocato Angelo Pisani, che difende la mamma e il fratello maggiore di una delle bambine violentate dal branco.
Avvocato Pisani, qual è la sua opinione sulla sentenza di condanna dei minorenni del branco che ha violentato le bambine di Caivano?
È una condanna giusta e speriamo esemplare per chi ha umiliato e violato la vita, distruggendo l’anima di bambine innocenti. Questi criminali non sono solo colpevoli di abusi sessuali, ma anche vittime anche del degrado e dell’inferno delle periferie come Caivano e tanti altri quartieri simili in Italia, abbandonati e sfruttati per anni anche dalla malapolitica.
La sentenza ha inflitto le pene massime previste e severe agli imputati. Come giudica la decisione del Tribunale?
La legge purtroppo non prevede una pena maggiore e per questi reati, soprattutto sui minori, non dovrebbero esserci sconti. Il giudice ha agito con fermezza, infliggendo pene severe agli imputati, come nel caso dei due maggiorenni del branco, riconoscendo la gravità dei crimini commessi. La condanna di circa 10 anni per i responsabili riflette la necessità di giustizia per le vittime, che purtroppo non potranno mai dimenticare ed essere risarcite con nessuna sentenza di condanna per quanto subito. Inoltre, la sentenza dimostra un impegno concreto nel dare esempi di fermezza e valore delle regole anche se non risarcisce i danni subiti, mentre la famiglia della vittima purtroppo ancora non ha avuto alcuna assistenza e la bambina, che è in casa famiglia così come i fratelli, non può riabbracciare la mamma, altra vittima dell’inferno di Caivano.
Cosa si dovrebbe fare per prevenire il ripetersi di simili violenze?
C’è assoluto bisogno di misure per proteggere la società da individui che hanno commesso atti così gravi, soprattutto se minori. Queste persone non dovrebbero avere la possibilità di ripetere tali crimini. Quella del giudice di oggi è una decisione che tutela le vittime e la comunità, e spero che serva da deterrente per futuri comportamenti criminali.
Qual è stato l’impatto di questa vicenda sulla comunità di Caivano e sulle famiglie delle vittime?
Questa vicenda ha avuto un impatto devastante sulla comunità di Caivano e sulle famiglie delle vittime. Le bambine hanno subito traumi enormi che richiederanno anni per essere superati, se mai sarà possibile. La comunità è stata scossa da questi eventi, che hanno messo in luce le condizioni di abbandono e degrado in cui molte periferie italiane versano.
Cosa non si è fatto per queste periferie?
È fondamentale intervenire nelle periferie abbandonate, offrendo supporto e risorse alle comunità locali. La prevenzione passa anche attraverso l’educazione, il supporto psicologico e sociale per le famiglie, la lotta contro la malapolitica e la criminalità organizzata. Solo attraverso un impegno collettivo si può sperare di evitare che simili tragedie si ripetano.
Qual è il messaggio che vuole mandare alle istituzioni?
Alle istituzioni dico che è ora di agire con decisione per proteggere i più vulnerabili e per risanare le periferie. Non possiamo permettere che altri bambini crescano in ambienti così pericolosi e degradati. È necessario un impegno concreto e duraturo per migliorare le condizioni di vita e garantire un futuro migliore per tutti.
La sentenza sarà seguita da motivazioni. Cosa si aspetta?
Mi aspetto che le motivazioni forniscano un quadro chiaro e dettagliato delle ragioni che hanno portato a queste condanne, sottolineando la gravità dei crimini e l’importanza di proteggere le vittime. Speriamo che queste motivazioni possano essere utilizzate anche come base per future azioni legali e per promuovere cambiamenti nelle politiche di tutela dei minori. Soprattutto, ora attendiamo cure, assistenza e tutela per le vittime, per i genitori e i familiari, che ancora non possono abbracciarsi, ma non devono rimanere ostaggio di fascicoli e burocrazia perché, in quanto esseri umani, hanno diritto anche loro alla tutela degli affetti e dei valori previsti dalla Costituzione.