PISANI: “ORA SI SOSPENDANO ANCHE LE PROCEDURE ESECUTIVE”
19 GIUGNO 2025 – Oggi anche un altro Giudice, l’ex presidente del tribunale di Napoli Ettore Ferrara, sospende il processo e dice “stop “ alla società di riscossione “Napoli Obiettivo Valore”, accogliendo difese ed eccezioni di incostituzionalità di un contribuente vessato. Ora potrebbero essere a rischio 100 milioni in multe/tasse – «ma – avverte l’avvocato Angelo Pisani – ora si sospendano anche le procedure esecutive, stop pignoramenti e fermi, previa valutazione ed accertamento delle responsabilità, anche dalla Corte Corte dei Conti».
«Ma insieme ai processi – rincara la dose il legale – si devono subito sospendere tutte le esecuzioni, fermi amministrativi, ipoteche e pignoramenti. In tanti avvocati, e da mesi, abbiamo sempre contestato e denunciato le irregolarità della imposizione e riscossione targata “Napoli Obiettivo Valore”, in uno alla vergognosa pezza a colori messa dalla politica, quindi la legittimità della norma inserita nel Milleproroghe, ora finalmente al vaglio – e speriamo dovuto annullamento – della Consulta».
«Questa è ancora una tappa intermedia – aggiunge l’avvocato Pisani – per tutelare i diritti dei contribuenti e la stessa Carta Costituzionale, finora ignorata, che però ora ha la possibilità di rimettere in discussione l’impianto stesso della società di riscossione».
Pisani rilancia le sue contestazioni e ricorda ai politici di turno che hanno insistito, senza mostrare rispetto dei diritti dei cittadini e della dignità del diritto, con sistemi e procedure di riscossione inidonei e già in passato bocciati dalla CEDU, che ha condannato l’Italia per violazione del diritto di difesa dei cittadini.
«Fortunatamente e ringraziando il coraggio di un Giudice, che non ci ha pensato due volte a chiedere alla Corte Costituzionale di valutare la legittimità del sistema, la norma pensata e scritta per mettere in salvo gli atti di riscossione, ora rischia di travolgere la stessa macchina fiscale che avrebbe dovuto proteggere».
Pisani dunque ammonisce i politici che gridavano vittoria per il rigetto forzato dei primi ricorsi a Napoli: «la partita sulla legittimità di Napoli Obiettivo Valore è tutta ancora da giocare, e il verdetto potrebbe pesare come un macigno sui conti del Comune. È l’effetto a catena che potrebbe scaturire dalla questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte di Giustizia Tributaria di primo grado di Napoli».
«Ora – incalza Pisani – andrebbero subito sospesi nelle more tutti i ricorsi e soprattutto tutte le procedure esecutive, fermi e pignoramenti in parte illegittimi e temerari, perché prim’ancora dell’ordinanza odierna, il Giudice Luca Caputo ha sospeso il giudizio su un ricorso relativo alla Tari 2020 e ha rimesso la questione alla Consulta».
Al centro della vicenda, proprio la inammissibile norma, inserita nel Milleproroghe 2025 dopo le prime iniziative di giustizia e per tacitare i giudici, pensata per sanare e blindare ex post l’attività di riscossione della società di progetto partecipata da Municipia spa.
«I dubbi sulla legittimità sono evidenti e tra l’altro in materia è chiara la giurisprudenza della CEDU cui – annuncia – sottoporremo tutte le ingiustizie in danno dei cittadini se non troveranno difesa innanzi alla giustizia italiana».
Il caso nasce da un ricorso contro un sollecito Tari emesso da Napoli Obiettivo Valore e Municipia. Secondo il ricorrente, la società di progetto non è iscritta all’albo nazionale dei soggetti abilitati alla riscossione dei tributi locali e non ha quindi titolo per emettere quegli atti.
Per evitare che i ricorsi travolgessero l’intero sistema, il sindaco di Napoli aveva chiesto aiuto al governo ed inserito all’articolo 3, comma 14-septies del Milleproroghe una norma dichiaratamente interpretativa, che considera legittimi gli atti emessi da società di progetto partecipate da soggetti iscritti all’albo. Fortunatamente il coraggioso giudice tributario ha sollevato forti dubbi: norma estranea allo spirito del Milleproroghe, oscura e contraddittoria, tale da creare una concorrenza sleale sul mercato e, soprattutto, introdotta mentre i giudizi erano in corso, con il rischio di influenzarne l’esito.
Il rischio per il comune di Napoli e politici di turno, oggi più che mai, torna d’attualità: se la Consulta dovesse bocciare la norma, migliaia di atti potrebbero essere considerati nulli e di conseguenza tutte le illegittime procedure esecutive.
«Ora toccherà alla Corte Costituzionale decidere ed alla Corte Dei Conti valutare tutte le responsabilità dei politici e manager del sistema di riscossione, ma comunque in caso di negata giustizia si procederà grado per grado fino alla CEDU, cui chiederemo giustizia di fronte ad un pasticcio utile solo alla politica».
Se la Corte dovesse accogliere i rilievi del giudice tributario gli effetti sarebbero potenzialmente devastanti per le casse comunali. La riscossione affidata a Napoli Obiettivo Valore riguarda non solo la Tari, ma una parte rilevante delle entrate tributarie del Comune.
Il rischio, in caso di bocciatura della norma, è di vedere azzerati migliaia di atti già emessi, aprendo la strada a richieste di rimborso e contenziosi che potrebbero mettere in ulteriore difficoltà i già fragili conti di Palazzo San Giacomo. Per ora, tutto è sospeso, ma non le pretese ed esecuzioni in danno dei contribuenti e l’illegittimità di una fetta rilevante della riscossione fiscale a Napoli.
L’Avv. Angelo Pisani ora chiede anche lo stop alla riscossione, perché nelle more così continua indisturbato il “massacro economico e sociale ” di cittadini e imprese per i metodi e organizzazione di Napoli Obiettivo Valore: «Ora basta, intervenga la magistratura, visto che la politica è di parte!».
Da più parti i contribuenti partenopei ricorrono agli studi legali per tutelare i loro diritti come per legge, viste le persistenti violazioni di legge e metodi di riscossione di Napoli Obiettivo Valore. In particolare una gran parte dei ricorsi riguarda Fermi e pignoramenti anche per pochi presunti euro di debito, in violazione del principio di proporzionalità, mancanza di trasparenza e spese generiche nei calcoli e poi l’apposizione di fermi amministrativi alle auto in uso per lavoro o persone speciali/invalidi, in aperta violazione di quanto dispone la legge. E il DPR n. 602/1973 art 86 comma 2, espressamente scritto anche nelle comunicazioni di preavviso del fermo inviate ai contribuenti, proprio perché gli stessi possano ricorrere a tale norma, se dimostrino che il veicolo sia strumentale al lavoro, e continuare a svolgere la propria attività.
«I ricorsi di tipo amministrativo in questi casi vengono accolti, ma ci sono spese alte e tempi lunghi, la maggior parte dei cittadini non se li può permettere e quindi molti sono costretti a pagare per poter semplicemente circolare anche a fronte di procedure temerarie per pochi euro».
«Pertanto, considerando che parliamo ormai di migliaia di queste situazioni, con fermi illegittimi apposti a raffica anche su veicoli di portatori di handicap o di lavoratori, contro ogni legge, non ci resta che proporre anche un duro e documentato esposto alla Procura della Repubblica. Lo faremo quanto prima – conclude Pisani – e siamo certi che la magistratura potrà accertare i responsabili dei reati, comminando loro la giusta punizione».