Pisani: Dramma sociale e follia senza freni, i poteri forti giocano sulle parole e tante famiglie non hanno potuto festeggiare il Natale per illegittimo “sequestro” di somme sul conto di un imprenditore da parte di UniCredit.
27 DICEMBRE 2019 – «Se la banca non mi sbloccherà il conto corrente, così come legittimamente e chiaramente disposto dall’Agenzia delle Entrate, non so più cosa fare e sarò costretto a rivolgermi agli usurai pur di pagare i miei dipendenti…!». Si dice pronto a tutto, l’imprenditore napoletano G. Esposito, titolare della “Ac Distribuzione srl”, che da oltre un mese risulta ostaggio di Unicredit. La banca, a causa di un pignoramento presso terzi del fisco poi risolto con una rateizzazione (tra le procedure salva-suicidi) gli tiene ancora bloccati 150mila euro, malgrado abbia avviato la procedura per sanare le sue pendenze con l’Erario.
Una ingiustificabile lettera di UniCredit chiude dunque la porta in faccia al suo cliente e quindi ai suoi operai e fornitori. E tutto questo perché, a dire della banca, dalla comunicazione di ex Equitalia non si comprenderebbe che il contribuente è stato liberato dal pignoramento fiscale. Il conto corrente resta dunque bloccato, perché dal fisco non intendono dover dare altre spiegazioni ad UniCredit, con il rischio di non permettere neanche il pagamento del rateizzo, visto che le somme sono ancora indebitamente nella “cassaforte” della banca.
Una storia dal sapore amaro che non solo coinvolge l’imprenditore, ma anche i suoi dipendenti, i fornitori e le loro famiglie, tutti rimasti senza paga.
Una decisione difficile, lasciare l’Italia, così come l’appello agli usurai: iniziative che Esposito però è determinato a prendere pur di non far fallire così l’azienda. Il pignoramento presso terzi subìto per un piccolo debito col Fisco, subito rateizzato, si è trasformato in un dramma.
«L’imprenditore vuole a tutti i costi pagare i suoi operai e i fornitori lasciati in bianco nelle feste di Natale», dichiara l’avvocato Angelo Pisani, incaricato di adire le vie legali. Sono 25 i dipendenti, tutti napoletani che, come i fornitori, attendono di essere pagati.
«Siamo pronti a presentare denuncia per la grave violazione dei diritti del contribuente, ostaggio della burocrazia, e illegittima condotta della banca che, anziché restituire i soldi al correntista, gioca sull’interpretazione di parole in burocratese e se ne frega della vita e diritti della gente», conclude l’avvocato Pisani, auspicando anche un intervento delle autorità competenti per evitare i soliti abusi».