I gas di scarico dei motori diesel, classificati già nel 1989 come  possibili cancerogeni dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul  Cancro (Iarc),  aumentano le probabilità di morire di tumore ai polmoni. A dare la  conferma sui possibili e a lungo sospettati danni per la salute  provenienti dall’inquinamento sono due studi iniziati negli anni Ottanta  i cui esiti sono stati pubblicati nei giorni scorsi sul Journal of the National Cancer Institute.   «Gli ultimi esiti delle ricerche americane – commenta Sergio Harari,  direttore dell’Unità di pneumologia all’ospedale San Giuseppe di Milano –  rafforzano i dati di altre analisi precedenti che documentavano come  l’inquinamento atmosferico fosse causa oltre che di malattie  respiratorie e cardiovascolari anche di tumori, e in particolare di  tumori polmonari. Bisogna però ricordare che la prima causa di questo  killer è di gran lunga il fumo di sigaretta, nel nostro Paese sempre più  diffuso tra i giovani e fra le donne. E se si aggiunge che l’azione  nociva del tabacco è potenziata dallo smog è chiaro che smettere di  fumare è ancora più fondamentale per chi vive in città industriali».  
 LE CITTA’ INQUINATE UGUALI A MINIERE – I ricercatori statunitensi (nei due studi noti come Diesel Exhaust in Miners Study condotti da Michael D. Attfield e Debra T. Silvermanhanno  analizzato i dati di oltre 12mila minatori che in otto miniere diverse  utilizzavano macchinari con motori diesel, trovandosi a respirarne in  varia misura i gas di scarico in livelli comunque generalmente più alti  rispetto al resto della popolazione e ad altre categorie di lavoratori.  Le loro conclusioni indicano che i minatori più esposti ai gas (quelli  attivi a lungo sottoterra più di quelli addetti alle aree minerarie in  superficie) hanno maggiori rischi sia di ammalarsi di tumore ai polmoni  che di morirne.  «I risultati delle nostre ricerche sono importanti non  sono per chi lavora in miniera ma anche per l’1,4 milioni di americani e  i tre milioni di europei che quotidianamente devono usare macchinari  diesel. E per chi vive in città molto inquinate, dove l’esposizione ai  gas di scarico diesel è simile» ha spiegato Debra Silverman, facendo  riferimento ai centri urbani di Cina, Messico e Portogallo che  nell’ultimo decennio hanno raggiunto livelli di smog simili a quelli  registrati sottoterra in miniera. 
L’ARIA INQUINATA SARA’ IL PRIMO BIG KILLER – Secondo l’ultimo rapporto dell’Ocse da  qui al 2050 l’inquinamento dell’aria diventerà il «big killer»  principale causa di 3,6 milioni di morti all’anno in tutto il mondo  (attualmente è già il responsabile di oltre un milione di decessi).  Oggi, sottolinea il documento, solo il due per cento della popolazione  urbana mondiale vive con concentrazioni di pm10 accettabili, sotto i 20  microgrammi per metro cubo, mentre il 70 per cento ne deve subire più di  70, una cifra che è destinata a crescere nei prossimi anni.  Un altro  aspetto preoccupante è quello dell’ozono nelle città, che raddoppierà le  proprie vittime dalle 385 mila l’anno a più di 800 mila. Secondo il  rapporto, molte di queste morti saranno concentrate in Asia, ma anche i  paesi occidentali saranno colpiti soprattutto a causa del fatto che gli  anziani, sempre più numerosi, sono più sensibili a questo gas.  Anche i  livelli di ossidi di zolfo e azoto sono destinati, in assenza di  interventi, ad aumentare rispettivamente del 90 e del 50 per cento e,  nello stesso lasso di tempo, le emissioni di gas serra potrebbero  aumentare del 50 per cento. 
http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/12_marzo_28/smog-diesel-cancro-martinella_c223c896-77fb-11e1-978e-bf07217c4d25.shtml








 
						 
						 
						