Basta con gli spot che ”non mettono nessuna cautela sui pericoli del gioco d’azzardo” e piu’ poteri ai sindaci per arginare il proliferare di sale giochi e slot machine. Sono alcune delle misure da mettere in campo per contrastare l’eccesso di gioco d’azzardo, secondo il ministro della Salute, Renato Balduzzi, che, ospite della trasmissione ‘Coffee break’ su La 7, ha assicurato che sia il ministero dell’Economia, sia il suo insieme a quello dell’Interno, sono al lavoro su questo tema.
“Il clima culturale e politico è cambiato” e ora “ci sono le condizioni per intervenire” ha detto il ministro, sottolineando però che non si può certo pensare di proibire del tutto il gioco perché “la dimensione ludica in società liberale non può essere bandita, e lo Stato non può certo diventare uno Stato etico. Però può dare delle indicazioni, incentivare o disincentivare il gioco con degli strumenti ad hoc”. Parlare di ‘Stato biscazziere’, titolo della trasmissione, “é un modo però per spostare il problema” che non si risolverebbe se lo Stato non tassasse il gioco. “Anzi – ha spiegato Balduzzi – tassando di più sarebbe un modo per mandare un messaggio culturale di disvalore, non solo per finalizzare maggiori entrate”. A questo punto, ha concluso il ministro, c’é “la consapevolezza culturale e politica” e bisogna “mettere insieme vari pezzi, dall’ordine pubblico, ai poteri dei sindaci, al riconoscimento della malattia, al controllo della pubblicità specialmente a tutela dei minori”. Da un lato quindi uno stop alle pubblicità “unilaterali”, con “regole precise da parte dello Stato, ad esempio delle clausole sulle concessioni” cui si sta lavorando a via XX Settembre. Dall’altro lato un diverso “governo del territorio comunale”, che deve essere “regolamentato con ‘regole del gioco’ più chiare”. Una “dimensione” questa sulla quale stanno lavorando insieme ministero della Salute e dell’Interno. Infine il riconoscimento della ludopatia come malattia, con il suo inserimento nei Lea e l’individuazione di percorsi di “prevenzione, cura e riabilitazione”.
VELTRONI, URGENTE DDL CONTRO AZZARDO E LUDOPATIA – Inserire la ludopatia tra le malattie per le quali è previsto l’intervento della sanità pubblica, consentire ai sindaci di vietare l’apertura di sale da gioco in luoghi sensibili, controllare meglio la liquidità mobilitata. Queste alcune linee guida del disegno di legge presentato alla Camera dal Pd, illustrato questa mattina in una conferenza stampa a Montecitorio da Laura Garavini, capogruppo Pd in commissione Antimafia e il senatore Luigi De Sena. Presenti anche Filippo Torrigiani, assessore del Comune di Empoli in rappresentanza dell’associazione ‘Avviso Pubblico’, cui aderiscono 200 comuni, 5 regioni e 12 provincie e Raffaele Colombara consigliere del Comune di Vicenza. “L’urgenza di questo disegno di legge – spiega Walter Veltroni in una nota diffusa durante la conferenza stampa – è dettata da elementi preoccupanti” come “l’enorme massa di denaro mobilitata dalle scommesse, sottratta ai consumi ordinari o addirittura di prima necessità”. Altro elemento preoccupante è lo svuotamento sostanziale degli oneri a vantaggio dello Stato: “E’ provato, infatti, che le nuove forme di scommessa incoraggiate dagli operatori del settore, come ad esempio il gratta e vinci, sono sempre più a basso carico fiscale, forme di giocate dove i gestori pagano solo il 4%, a scapito dell’imposizione su giochi come il lotto dove il carico può arrivare fino al 50%. Il gioco d’azzardo, influisce negativamente sulla vita di sempre più persone, con conseguenze a volte individualmente disastrose, che questo disegno di legge si propone, finalmente, di prevenire e evitare”. La proposta di legge “organica” presentata dal Pd si propone di arginare un fenomeno divenuto oramai una vera e propria “piaga sociale”- ha spiegato Garavini – attraverso alcune misure come il divieto assoluto di pubblicità, l’obbligo di tessera sanitaria o codice fiscale per accesso alle slot a tutela dei minori, l’istituzione di un osservatorio nazionale per monitorare il fenomeno e meccanismi finalizzati alla tracciabilità del denaro derivante dalla vincite”. Il fatturato derivante dal gioco d’azzardo si è quintuplicato in cinque anni raggiungendo la quota di 80 miliardi di Euro giocati nel 2011 da 800 mila italiani considerati “dipendenti” da questa pratica.
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