Parte la class action contro i disservizi e disagi creati a milioni di clienti Banca Intesa, oggi trasferiti in una controllata telematica e rimasti nel caos, senza assistenza
21 OTTOBRE 2023 -«Ogni utente è prima di tutto una persona, non un numero. Occorre molto rispetto, delle persone e della legge», dichiara in una nota sui social l’avvocato Angelo Pisani dopo aver ascoltato i malcapitati correntisti di Banca Intesa.
Milioni di Clienti sono stati catapultati con un click da Banca Intesa San Paolo alla sua controllata Isybank. Ed è scoppiato il caos, con disagi e proteste, mentre l’operazione estiva finisce in tribunale per chiedere il conto di quanto accaduto e tutelare i diritti dei correntisti, trattati come meri numeri in spregio alla legge.
«Danni e disagi – spiega l’avvocato Angelo Pisani – sono stati provocati a milioni di clienti, soprattutto giovani, con il passaggio telematico dalla tradizionale Banca Intesa alla telematica Isybank , persona giuridica, in ogni caso distinta dalla controllante ISP. E ciò è avvenuto senza dare una sicura, chiara e completa informazione né le dovute cautele in campo finanziario».
Le vittime dell’operazione bancaria dell’estate ora corrono ai ripari. Per tutelarsi si stanno organizzando in un comitato finalizzato a lanciare la loro class action e a chiedere, oltre al ripristino e alla corretta gestione dei loro dati personali e finanziari, oltre che della privacy, anche il risarcimento di tutti i pregiudizi subiti per file agli sportelli, criptico cambio dei rapporti bancari e disinformazione. Intanto continua l’andirivieni e il finimondo per ottenere spiegazioni, con stress anche degli stessi impiegati della banca, che non sanno cosa rispondere al coro delle lamentele.
«Riteniamo – rilevano l’avv. Angelo Pisani, presidente dell’associazione NOI Consumatori scesa in campo a tutela dei danneggiati, e l’avv. Massimiliano Varriale, responsabile dello Sportello tutela finanziaria – che una comunicazione così importante come un cambio di banca doveva essere fatta per vie formali, con le dovute spiegazioni e con raccolta di consenso». «In ogni caso – aggiungono – Isybank è un’altra banca, un soggetto diverso rispetto a Banca Intesa San Paolo, sebbene controllata al 100% da quest’ultima, che si assume la responsabilità di quanto sta accadendo e dovrebbe risolvere i disservizi a danno dei clienti, tutti ancora nel caos».
In tanti denunciano la violazione di tutti i diritti dei correntisti, «dall’assenza del consenso per la cessione del contratto effettuata, alla mancata informazione, alla totale assenza di buona fede nell’esecuzione del contratto bancario da parte di ISP, dal disagio e danni arrecati ai correntisti».
Per questo, rincarano la dose i due avvocati, «solo un giudice potrà accertare le responsabilità e stabilire chi avrà diritto a vedere annullati gli effetti di questo cambio unilaterale, nonchè un risarcimento per danni personali e anche patrimoniali, che vanno in ogni caso dimostrati».
Per giunta Isybank, pur dello stesso gruppo, presenta notevoli differenze da Intesa Sanpaolo. «Da un lato – dettagliano i legali – perché soggetto giuridico diverso, con altro management, differenti garanzie societarie, modalità di erogazione dei servizi, etc. Dall’altro lato – cosa direttamente percepibile da ogni correntista -perché questa banca non ha le filiali fisiche e, come se non bastasse, non ha neppure l’home banking su Internet, cioè il sito istituzionale ove poter effettuare tutte le operazioni». In pratica, se volete operare dovete per forza usare la loro app.
E chi non ha un cellulare “moderno”, oppure poca dimestichezza con le “app”, viene abbandonato a se stesso.
Incredibile ma vero. Intesa San Paolo ha fatto tutto in automatico: sono stati trasferiti anche gli accrediti dello stipendio, gli addebiti delle bollette. Una sorta di comunicazione di massa ai clienti - e ci mancherebbe altro – è stata fatta, ma una comunicazione così importante è arrivata a cose fatte, senza che i clienti potessero rendersi conto di quanto deciso unilateralmente dalla banca».
«Anche se formalmente tutto appare ineccepibile – commenta l’avvocato Pisani – da una di quelle banche che si riempiono la bocca di rispetto del cliente, che si fregiano di avere grande attenzione per il “customer care”, sarebbe stata necessaria maggiore attenzione e delicatezza, come dimostrano le migliaia di reclami che stiamo ricevendo in questi giorni».
La questione, peraltro, è già finita al vaglio del Governo. Intanto, prima della class action, i legali di NOI Consumatori attiveranno la mediazione obbligatoria a tutela dei clienti sballottati nella nuova banca.