Stop ai “revenge dati”: querela e azioni milionarie contro ladri del web e utenti complici
Gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, difensori di Stefano De Martino e dei suoi familiari, annunciano una dura battaglia legale contro chiunque abbia sottratto, diffuso o utilizzato illecitamente immagini e video rubati dai sistemi di sorveglianza privata della compagna dell’artista.
Gli avvocati hanno già depositato denunce penali ed avviato azioni civili milionarie di risarcimento danni non solo contro gli hacker responsabili del furto di dati, ma anche nei confronti di tutti coloro che – consapevolmente o meno – hanno visionato, diffuso o commentato tali contenuti in violazione della privacy.
«Questa volta non ci limiteremo alla sede penale – spiega l’avvocato Angelo Pisani – ma chiederemo anche al Garante della privacy, così come in sede civile, condanne severe e risarcimenti esemplari, colpendo nelle tasche sia i criminali informatici sia gli utenti social che non cancellano dati altrui dai loro telefoni e che in tal modo hanno alimentato offese e speculazioni, arrivando persino a coinvolgere minori».
Appello agli utenti inconsapevoli
Gli avvocati rivolgono un appello a tutti gli utenti del web che abbiano ricevuto, o scaricato e gestito, anche per curiosità, i contenuti rubati: «cancellateli subito dai vostri dispositivi. Continuare a detenerli o condividerli significa esporsi a gravi responsabilità penali e pecuniarie».
Il caso De Martino dimostra la gravità e la pericolosità di un fenomeno che va oltre il “revenge porn”, configurando un vero e proprio “revenge dati”: furto, diffusione e utilizzo arbitrario di dati personali e sensibili, puniti severamente dalla legge.
Indagini in corso e prime responsabilità
Grazie ai primi accertamenti, sono già stati individuati alcuni responsabili di post e commenti gravemente offensivi, anche contro minori: tutti ne risponderanno in tribunale. Saranno perseguiti in ogni sede e condannati a risarcire i danni, che – per volontà dell’artista napoletano – saranno devoluti a progetti di solidarietà ed iniziative contro il cyberbullismo e a favore dell’infanzia.
«Nessuno, e soprattutto nessun minore, deve essere colpito dalla violenza del web – dichiarano gli avvocati Angelo e Sergio Pisani – Trasformeremo la condanna dei colpevoli in tutela e speranza per i più piccoli. È ora di dire basta a questi crimini digitali».
La linea dura
• Denunce penali per violazione della privacy e diffamazione.
• Azioni civili per milioni di euro di risarcimento danni.
• Estensione della responsabilità anche a chi ha ricevuto, condiviso o commentato i contenuti.
• Invito a tutti gli utenti del web a collaborare, segnalando abusi e rimuovendo dati illeciti.
Un messaggio chiaro: ognuno risponderà delle proprie condotte. Stop all’illegalità digitale, stop alle speculazioni sulla vita privata delle persone.
L’intervento dell’avvocato Angelo Pisani, founder 1523.it
Avvocato Angelo Pisani (Founder 1523.it): «Le telecamere in casa non sempre proteggono possono diventare un vero e proprio “cavallo di Troia “: sono un passepartout contro la nostra privacy, sicurezza e altri nostri diritti»
«Contrariamente a quanto suggeriscono le pubblicità persuasive dei sistemi di videosorveglianza domestica – dichiara l’avvocato Angelo Pisani, fondatore del progetto antiviolenze 1523.it – installare telecamere tanto ricercate tramite wi fi dai ladri d’appartamento e truffatori di anziani) all’interno delle proprie abitazioni non rappresenta sempre una garanzia di sicurezza, anzi, può trasformarsi in un pericolo ed una grave minaccia per la sicurezza, privacy e i diritti delle persone».
Secondo l’avvocato, noto per le sue battaglie a tutela della sicurezza e privacy dei cittadini, la vulnerabilità ed i pericoli di questi dispositivi è altissima:
«Una telecamera collegata al Wi-Fi di casa – spiega Pisani – può essere facilmente violata da hacker, operatori informatici e persino da soggetti esperti che accedono tramite le stesse reti telefoniche e Wi-Fi sempre penetrabili. Al di là delle pubblicità, di fatto non esiste un sistema realmente inviolabile: al massimo qualche barriera tecnica in più, i criminali informatici possono impiegare più tempo, ma prima o poi ogni sistema può essere forzato. Questo significa che ciò che accade tra le mura domestiche rischia di diventare accessibile a sconosciuti anche ai semplici topi di appartamento, cioè ai ladri».
L’avvocato avverte inoltre sui pericoli concreti:
• Diffusione non autorizzata di video privati, come già accade negli Stati Uniti, dove filmati di vita quotidiana finiscono in rete e sui social del settore in concorrenza con quello pornografici.
• Facilitazione dei furti, poiché i ladri possono usare le immagini per capire quando la casa è vuota o attaccare per frodare anziani soli tramite truffe telefoniche.
• Strumenti per crimini più gravi, che mettono a rischio l’incolumità stessa delle persone.
«Le telecamere in casa – prosegue Pisani – possono diventare un vero e proprio passepartout in mano a criminali. Il mio consiglio da avvocato esperto in diritti della persona è di evitare o gestirle con intelligenza e limitare al massimo l’uso di telecamere negli ambienti domestici, ricorrendovi solo in casi eccezionali e per periodi di tempo ridotti, evitando così di consegnare inconsapevolmente la nostra vita privata a terzi».
Il progetto 1523.it, fondato dall’Avv. Pisani, ribadisce così il suo impegno non solo nella lotta contro ogni forma di violenza, ma anche nella difesa dei cittadini dalle nuove e subdole minacce digitali che mettono in pericolo la dignità, la sicurezza e la libertà personale da ogni tipo di violenza.
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