Anche la neo Città Metropolitana di Napoli rischia di restare penalizzata dalla miopia che ha caratterizzato le politiche sociali della città capoluogo e dei comuni limitrofi. Ritardi, tagli indiscriminati, omissioni e negligenze annosi ma accentuatisi fin dall’insediamento della Giunta De Magistris, e che oggi in quartieri come Scampia sfociano in situazioni al limite dell’assurdo sulla pelle degli ultimi. Nessun dissesto pregresso, annunciato o reale che sia, può infatti
giustificare, ad esempio, circa quattro anni di totale indifferenza rispetto a questioni come quelle dei Campi Rom esistenti a Scampia e in altre zone della città. Più volte sollecitata dalla Municipalità anche con denunce e informative scritte,
nelle quali si riportavano perfino gli allarmi della Asl competente sui pericoli per la salute e per la sicurezza derivanti dagli carenze ed abusi indiscriminati nel Campo (a cominciare dalla totale mancanza di servizi igienici per gli oltre mille residenti, per non parlare dei fumi tossici), l’amministrazione comunale di Napoli, oggi primus inter pares della Città Metropolitana, non ha mai effettuato alcun concreto intervento, bypassando perfino l’elementare dovere di un sopralluogo e di interventi igienico sanitari sul territorio, pur a fronte degli imminenti pericoli denunciati a chiare lettere.
Il problema non sono solo le bugie sul distacco di acqua e luce rubate, nè l’effettiva destinazione dei “famosi” 7 milioni di euro e passa stanziati dall’Unione Europea per la questione Rom a Napoli rimasta irrisolta e aggravata, ma capire come sono stati gestiti ogni anno, almeno negli ultimi dieci anni, i milioni di euro di fondi pubblici destinati ed accreditati sui bilanci delle tante società dedite alle politiche sociali, tenuto conto delle pessime ed ingiustificabili condizioni in cui versano immigrati, Rom e tutti i soggetti più deboli, realmente meritevoli di assistenza mai regolarmente goduta .
E si deve proprio all’intervento dei pubblici ministeri nel Campo Rom di Scampia il primo intervento teso al ripristino della legalità, con lo stop alle nuove costruzioni abusive in mattoni che stavano venendo su alla luce del sole.
Ma, sopra ogni cosa, l’azione della Procura servirà a smascherare quei tanti, falsi buonisti della “solidarietà pelosa” che finora hanno costruito fortune elettorali sulle disgrazie di queste popolazioni o, peggio ancora, hanno lucrato e sprecato (esempio è Mafia capitale) ingenti fondi pubblici per l’accoglienza degli extracomunitari, incrementando a dismisura i propri bilanci e lasciando le famiglie Rom in drammatiche condizioni.
Su questo disastro è necessario svolgere indagini finalizzate ad accertare il può odioso degli abusi, quello perpetrato sui mali dei più deboli e diseredati.
I flussi migratori intanto, ci dicono gli esperti, continueranno sempre più massicciamente. Occorre perciò vigilare con attenzione sulla spesa del denaro pubblico per dar luogo a processi reali di accoglienza, facendo in modo che tutti
Comuni della nuova Città Metropolitana non vengano emarginati dalle scelte e dai controlli, ma siano anzi proporzionalmente i protagonisti del cambiamento e dell’integrazione, secondo regole certe uguali per tutti.
Ad oggi vediamo invee giri d’affari cresciuti a dismisura, a quanto pare in tutt’Italia, grazie ai finanziamenti pubblici ricevuti in questi anni, mentre la condizione dei Rom andava progressivamente incontro all’attuale, infinito degrado. Come se i risultati di finalità tanto “umanitarie” fossero stati rivolti solo a questi soggetti societari, alcuni dei quali sono diventati autentiche holding della “solidarietà pelosa” come insegna Mafia capitale, con bilanci da milioni di euro.
Nomi, fatturati e bilanci dovranno essere esaminati dalle autorità competenti ed è doveroso fare e completare le necessarie verifiche sull’utilizzo di tutti i soldi pubblici spesi negli ultimi dieci anni come chiedo formalmente anche al sindaco, augurandoci che, ben prima e meglio di noi, sia la Procura ad intervenire a tutela dei diritti umani di tutti e del degrado dei campi Rom , come sta avvenendo a Roma.
Di fronte a questo dramma io, nonostante le aggressioni e gratuite offese, ho scelto di rompere proprio con quella politica, di cui non ho mai fatto parte nella mia vita, della complice indifferenza, che è stata responsabile in questi anni del degrado cui si è giunti oggi. Ho scelto di tornare più volte sul campo, di raccogliere il grido delle madri, di attivare quelle misure di messa in sicurezza attraverso le autorità giudiziarie e sanitarie che ho ritenuto essere semplicemente doverose, specie in assenza di qualsiasi concreta iniziativa anche da parte di un’amministrazione comunale intenta solo a imbellettare i salotti buoni ed il lungomare lasciando marcire le periferie.
Angelo Pisani