SI’ AGLI STADI APERTI A TIFOSI E FAMIGLIE, MA NO ALLA ‘MANO LEGGERA’ PER I CORI RAZZISTI DECISA DA TAVECCHIO.
PISANI: NE’ LA VIOLENZA VERBALE NE’ QUELLA FISICA POSSONO PASSARE SUI CAMPI DI CALCIO. LO DOBBIAMO ALLA MEMORIA DI CIRO
Angelo Pisani, l’avvocato del Pibe de oro, che ha anche ha difeso fin dalle prime ore della sua agonia Ciro Esposito, il giovane assassinato nel corso di un raid di stampo razziale innescato dagli ultrà della Roma, scende oggi in campo contro la decisione del primo Consiglio federale della Figc presieduto da Carlo Tavecchio, che senza introdurre regole più severe per i violenti ha modificato gli articoli 11 e 12 del Codice di giustizia sportiva, cancellando la dicitura “di origine territoriale” dall’elenco dei comportamenti sanzionabili come illecito disciplinare e causa di responsabilità oggettiva delle società. «E’ assurdo – attacca Pisani – le istituzioni hanno il dovere di investire in cultura, sicurezza e formazione, qui invece, escludendo dalle manifestazioni di razzismo le discriminazioni territoriali, si danno esempi sbagliati».
«In assenza di punizioni certe e personali, questo provvedimento significa aprire la strada a episodi di violenza sempre più gravi ed alleggerire, senza alcun valido motivo, quella mano pesante che aveva indotto molte società ad assumere i primi provvedimenti per evitare le sanzioni». «Qui non si tratta – aggiunge l’avvocato – di intervenire “in modo più ponderato”, come afferma il presidente Tavecchio, ma di dare piuttosto la stura ad escalation di odio tra tifoserie che rischiano di diventare inarrestabili e di essere il terreno di provocazioni alla violenza».
Lo scorso luglio Pisani ha ottenuto peraltro il rinvio a giudizio dinanzi al Tribunale di Monza di Donatella Galli, l’esponente leghista che «a ottobre 2012 – scrive il pubblico ministero Emma Gambardella – aveva inserito nel suo post una foto satellitare dell’Italia dal Lazio in giù, foto commentata con frasi come “Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili”». Pisani, che si è costituito parte civile nel giudizio, a nome della Ottava Municipalità partenopea di cui è presidente, condivide l’allarme lanciato oggi sul quotidiano Libero: «d’ora in poi si potrà tornare liberamente a fomentare l’odio, scatenando gli istinti che hanno macchiato di sangue lo sport italiano ed istigando le giovani generazioni verso comportamenti che nulla hanno a che vedere con la sana capacità di confrontarsi e di rispettarsi, autentico fondamento della competizione sportiva fin dall’antichità».
«Si tratta in ogni caso – rincara la dose Pisani – di un provvedimento incompleto, che non persegue i responsabili di atti illegali e contrasta con gli insegnamenti nel segno della pace che la madre di Ciro Esposito ha impartito agli sportivi italiani durante la tragica vicenda di cui è stata protagonista, come riconosciuto dallo stesso premier Renzi durante la sua recente visita a Napoli. Anche in onore di Ciro, stiamo ora valutando tutte le iniziative da assumere per far rientrare questa assurda modifica targata Tavecchio, perché se è giusto non chiudere gli stadi agli sportivi veri e alle famiglie, bisogna però punire severamente e personalmente i responsabili di ogni atto illecito o provocatorio che possa generare violenza».
Per Pisani, insomma, «la decisione del consiglio federale della Figc è gravissima. Tutti si attendevano interventi nuovi, seri e coerenti dalle istituzioni, a cominciare da quelle che governano il calcio, e invece si inizia molto male. Il fatto di non prevedere norme più severe e soprattutto personali, anche pecuniarie, per i responsabili di azioni discriminatorie e di razzismo, non farà bene al calcio ed alla sicurezza negli stadi. Insisteremo con il ministro dell’Interno per rivolgergli il nostro appello ad investire in sicurezza e formazione, e fargli comprendere la preoccupazione per le ricadute negative che questa decisione avrà nella gestione della sicurezza negli stadi».
«Ora ci aspettiamo – conclude l’avvocato – che le istituzioni unite correggano il tiro e diano ben altri esempi di legalità, mantenendo fede alle parole pronunciate dopo i funerali di Ciro Esposito, e che si impegnino invece a varare norme nuove per contrastare violenza e discriminazioni territoriali negli stadi e nello sport, punendo personalmente i responsabili ed allontanandoli per 10 anni dagli stadi. Bisogna agire molto di più sulla prevenzione e sulla formazione, anziché lasciar intendere che si può liberamente dar vita a fenomeni discriminatori e razzisti. Non basta solo vietare le trasferte, come non è servito chiudere gli stadi e punire tutti anziché i responsabili. Non è questo il modo per isolare e condannare i violenti, ma solo per beffare le persone perbene, che invece hanno diritto ad essere protagoniste negli stadi e nello sport».