Un cavillo assurdo di un Paese che vive di burocrazia perseguita Diego Armando Maradona da tanti anni. Un debito verso l’erario riconosciuto come inesistente per i suoi compagni di squadra, che avevano impugnato il provvedimento, e tenuto in vita dopo oltre venti anni per lui con una disputa infinita sul presupposto della validità o meno della notifica fatta a un cittadino straniero che aveva abbandonato l’Italia definitivamente.
Una situazione davvero paradossale perché negli anni quel presunto debito ha visto maturare interessi in misura assolutamente sproporzionata.
La battaglia di Maradona con il fisco è simile a quelle di tante altre persone che si trovano in situazioni analoghe, ma è incredibile constatare che un Paese dove non c’è certezza della pena, un Paese che vive di condoni e grosse evasioni fiscali, un Paese che chiude gli occhi davanti a tutto e tutti si accanisca fiscalmente solo ne confronti dei più deboli o come nel caso di Maradona di un cittadino straniero che non ha interessi economici in Italia.
Ripeto è una vicenda paradossale che meriterebbe una risposta politica che purtroppo, sappiamo, l’Italia non sa dare e non darebbe mai a un uomo come Maradona, schierato da sempre a favore dei più poveri, del Sud del mondo, e contro tutte le forme di potere oppressivo, dalle dittature politiche a quelle economiche fino a quelle sportive.
Ma purtroppo non è l’unico paradosso che vive Maradona nei nostri confini. Uno ancora più doloroso lo abbiamo vissuto a Roma. Dopo oltre venti anni Diego ha finalmente assistito ad una partita del Napoli perché invitato dalla Roma. Possibile che in questi venti anni non ci siano state le condizioni per portarlo al San Paolo se no in occasione dell’addio al calcio di Ferrara organizzato dalla famosa e discussa Gea? Possibile che vi sia stato recentemente addirittura un contenzioso con la Ssc Napoli, tanto attenta ai diritti d’immagine, proprio sui diritti di immagine del grande Diego? Noi napoletani amiamo da sempre allo stesso modo la nostra squadra di calcio e Diego Armando Maradona che, al di là delle sue capacità nel rettangolo di gioco, con la sua forza e le sue debolezze, dei nostri sentimenti, del nostro modo di essere è stato il migliore interprete nella buona e nella cattiva sorte.
È paradossale pensare che Diego per vedere giocare il Napoli debba andare all’Olimpico o che intenti una causa contro la società che gestisce la squadra che ama. Canalizziamo le positività di un amore infinito di un intero popolo nella giusta direzione. Non spetta a me indicare la strada ma una strada ci sarà certamente.
Angelo Pisani