11 MAGGIO 2024 – L’avvocato Angelo Pisani, invitato da Rai Radio 1, cui il legale ha plaudito ringraziando per l’importante programma, è intervenuto ieri all’università Federico II di Napoli per parlare del “Caso Caivano”, dallo stesso denunciato dieci anni fa, dell’ultimo episodio di violenza sessuale ad opera di baby gang, e del 1523, primo progetto in Europa sul contrasto alle violenze sugli uomini per la tutela del diritto di parità di difesa. Il suo intervento, che rientrava nell’ambito del convegno organizzato da RAI RADIO 1 dal titolo “Come un’onda contro la violenza sulle donne”, è stato causa di perplessità e proteste contro la tematica annunciata da parte di alcune professoresse dell’Università e professioniste presenti in sala, appartenenti ai centri antiviolenza sulle donne. Episodio non nuovo poiché già avevano protestato, qualche giorno fa, con il comune di Napoli per l’affissione in città di manifesti contro ogni genere di violenza senza distinzione di sesso.
A causa delle proteste Pisani ha rinviato l’intervento e quando lo ha ripreso ha dovuto rinunciare a parlare del suo progetto 1523 a tutela dei diritti degli uomini, nato tra l’altro con il preciso obiettivo di tutelare anche le donne. Pisani ha denunciato pubblicamente che anche impedirgli di manifestare il proprio pensiero (cosa garantita dalla Costituzione) costituisce una forma di violenza esercitata da chi, a parole, si batte proprio contro la violenza.
Con un post su Facebook piuttosto amareggiato e deluso da politiche di parte, Pisani ha poi definito quanto accaduto un «atto di censura che va contrastato , perché la violenza non ha sesso e tutti gli esseri umani hanno diritto di esser difesi come insegna la Costituzione».
«Sono felice comunque – ha dichiarato Pisani – dell’invito di oggi alla Federico II a parlare anche del progetto “1523″. Peccato che chi rappresenta i centri antiviolenza mostri di non comprendere che la violenza ha tante facce e si annida ovunque, senza distinzioni di genere, perché la violenza non ha sesso. Nessun dubbio sull’emergenza rappresentata dalla violenza alle donne nè sull’impegno prioritario necessario per estirparla, ma questo non dovrebbe impedire di farsi carico anche di altri casi di violenza esercitata in altri ambiti, soprattutto quando se ne discutere in una università, tempio della formazione e del democratico confronto di idee».
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11 maggio 2024