Dinanzi al pubblico delle grandi occasioni, giunto ad affollare il salone di Palazzo delle Generali in via Bissolati per partecipare alla presentazione del libro di Angelo Pisani, straordinario successo, ieri sera, per “Luci a Scampia” (Minerva Edizioni), al suo debutto nella capitale. Un libro che dedica interi capitoli a due storie tutt’altro che lontane da Roma. La prima, la più dolorosa, riguarda l’agguato ultrà costato la vita a Ciro Esposito, il ragazzo di Scampia che quel maledetto 3 maggio 2014 stava arrivando all’Olimpico con la famiglia per assistere ad una partita di calcio. Sul calvario di Ciro e sull’immediato sostegno di Angelo Pisani, scattato prima attraverso la Municipalità di Scampia, di cui era presidente, poi subito in veste di difensore, si è soffermata la giornalista di Rai 1 Vittoriana Abate. «Quella sera – ha ricordato la giornalista – Angelo era a Napoli in casa di amici per assistere alla partita. Con l’arrivo delle prime notizie si è precipitato alla sede della Municipalità, poi subito è corso a Roma per la difesa legale del giovane». E qui si accendono i riflettori sul vero leit motiv di questa serata e del libro di Pisani: la lotta contro il pregiudizio. « Un pregiudizio – ha chiarito Abate - scattato fin da subito, quella implacabile equazione Scampia uguale crimine, in base alla quale il ragazzo era stato già stato sottoposto a fermo e indagato. Prima che Pisani mettesse in campo tutti gli strumenti legali per ristabilire la verità». Quella verità che, lo ricordiamo, poche settimane fa ha portato alla condanna in primo grado dell’assassino.
Altra guest star di questa presentazione romana è stato il produttore di Gomorra, Riccardo Tozzi, che ci conduce a sfatare il secondo pregiudizio, quello che in qualche modo – come sottolinea nel libro Angelo Pisani – la fiction ha contribuito ad alimentare. «Nel film – ha tenuto a precisare Tozzi – noi partiamo dal racconto di dieci anni fa e non volevamo mostrare che tutto finisce sempre nel bene, perché questo vorrebbe dir lanciare il messaggio che non ci sono problemi. Invece – ha aggiunto Tozzi – i problemi ci sono, ma è anche dall’interno di quel mondo che si troverà la forza di sconfiggerli e superarli».
Quanto a pregiudizi, mai secondo a nessuno nel rilanciare l’attenzione, Angelo Pisani ha ricordato come pochi giorni fa, trovandosi in una libreria del centro di Torino, ha chiesto dove fosse collocato “Luci a Scampia”. «Il commesso ha guardato al pc – rincara la dose Pisani – poi senza esitazioni ha detto che era nel reparto “Mafia”, suddiviso fra “lotta armata”, “Violenza”, “Terrorismo” etc. Un episodio che basta di per sé ad esemplificare come sia duro a morire lo stereotipo su un mondo che non è solo quello di Scampia, ma riguarda ormai a pieno titolo tutte le periferie, d’Italia e d’Europa».
«Il bene fa fatica ad affermarsi – ha concluso Pisani ripercorrendo quella che è la vera chiave di lettura del libro e della sua esperienza di presidente della Municipalità Napoli Nord – ma alla fine, come si legge nella scritta che campeggia in Piazza Giovanni Paolo II a Scampia, ce la fa sempre».