Tu chiamala se vuoi emozione. E chiamala passione, orgoglio, coraggio. Questi i sentimenti rimbalzati stamane dentro la sala consiliare dell’Ottava Municipalità, a Scampia. Perché proprio oggi, in occasione del saluto ufficiale alla “sua” Municipalità dopo cinque anni di governo, Angelo Pisani ha portato qui il libro appena uscito sulla sua straordinaria esperienza di presidente. E tutti, consiglieri, assessori, personale al gran completo, non gli hanno fatto mancare il proprio caloroso abbraccio, il convinto sostegno alle battaglie di un uomo che ha saputo guidare con mano ferma il cambiamento di un popolo, fiero dei suoi diritti, in cammino verso quella che oggi tutti chiamano la nuova Scampia.
Si è capito subito dalle parole di Salvatore Passaro, consigliere di opposizione durante l’ultima consiliatura, che ha chiesto di parlare per primo per affermare con forza, dinanzi ai tanti rappresentanti della stampa intervenuti alla presentazione, quanto sia stata preziosa l’esperienza di un consiglio di Municipalità che è stato fino all’ultimo coeso, con maggioranza e opposizione impegnati a lavorare fianco a fianco insieme ai cittadini e al presidente Pisani per il bene della comunità locale. «Ringrazio Angelo Pisani – ha detto Passaro, visibilmente emozionato – per la lungimiranza con la quale ha fatto lavorare questo Consiglio, nonostante l’autentico “muro” rappresentato dalla sordità del Comune ad ogni nostra legittima richiesta in favore del popolo di Scampia». Non ha esitato perciò, Passaro, a puntare l’indice sulle battaglie naufragate per mancanza di attenzione da parte di Palazzo San Giacomo, in primis – ha ricordato – quelle per migliorare la viabilità da Napoli Nord al centro città e soprattutto in direzione della zona ospedaliera, senza contare quelle che ha definito due autentiche “bombe ecologiche” come la discarica di Chiaiano, mai bonificata, il Campo Rom, coacervo di veleni per coloro che vi risiedono e per gli abitanti nelle aree limitrofe.
Di analogo tenore l’intervento di Ciro Esposito, da trent’anni in consiglio di Municipalità, che ha posto l’accento sui tanti segni tangibili di rinnovamento, come i cittadini di Scampia che adottano le aree verdi, ricordando quella “fossa dei tossici”, oggi deserta, che dovrà diventare – ha detto – un luogo di vita.
E proprio le piazze di spaccio sparite da Scampia sono state al centro dell’incipit di Giovandomenico Lepore, l’ex procuratore capo di Napoli che ha affiancato da volontario Pisani nel corso della legislatura guidando l’Osservatorio per la legalità. Un organismo, questo, istituito proprio per volontà del presidente uscente all’inizio del suo mandato, così come quello Sportello Anticamorra, operativo all’ingresso della sede municipale, che sembrava un miraggio e invece è diventato in questi anni una tangibile realtà.
Là dove c’era un brand negativo oggi c’è un popolo fermamente incamminato lungo la via del riscatto, nonostante tutto. E nonostante Gomorra. Da Lepore ancora un monito sugli effetti negativi della fiction tratta dal romanzo di Saviano, tema ripreso anche dagli altri relatori, fino a diventare un leit motiv della mattinata, anche per la coincidenza temporale della messa in onda della seconda serie, mentre già si annuncia la terza.
Lo ha ricordato anche il giornalista d’inchiesta Enzo Ciaccio, che è rimasto particolarmente colpito – ha detto – dallo sguardo di Pisani sul territorio, una presa diretta da autentico cronista, capace prima di tutto di ascoltare: «ed è stato proprio l’ascolto la chiave di volta per imprimere alla Municipalità, unita ai cittadini, la coesione necessaria per una trasformazione che solo cinque anni fa sembrava impensabile». Alla domanda di un cronista “consiglierebbe la lettura di questo libro al nuovo sindaco di Napoli, chiunque sarà?”, Ciaccio ha risposto senza esitazione: «Lo consiglio caldamente ad entrambi gli sfidanti, e dovrebbero leggerlo non dopo, ma ancor prima del ballottaggio…».
L’aspetto letterario del libro è stato analizzato da Roberta Beolchi, direttrice editoriale, che ha ricordato il primo incontro con Pisani nell’aula bunker di Rebibbia durante il processo per l’omicidio di Ciro Esposito, il giovane tifoso che più volte è stato ricordato nella presentazione di oggi e al quale è dedicato un intero capitolo di “Luci a Scampia”. «Mi aveva colpita subito – ha affermato Beolchi – la determinazione dell’avvocato difensore della famiglia Esposito, che con lo stesso coraggio ritrovo oggi nelle pagine di questo libro».
Il saluto di Angelo Pisani è carico di entusiasmo, soddisfazione, speranza. «Resterò qui a fare politica da cittadino – ha confermato, come già annunciato nell’epilogo del libro – perché la politica si può fare di più e meglio anche al di fuori delle istituzioni. E perché la politica, è bene che lo ricordino tutti, non deve essere un ‘posto fisso’, ma un servizio ai cittadini».
Guardando i volti sorridenti dei consiglieri, degli assessori, del personale tutto e dei tanti cittadini intervenuti a quella che era una conferenza stampa e una cerimonia di saluto, Pisani ha voluto ringraziarli personalmente, uno ad uno. Con un grazie particolare a lei, la dolce e tenace Rosaria Guidi, in prima fila, ogni giorno accanto al presidente per affrontare i mille, piccoli, grandi e immensi problemi della popolazione. «Persone dimenticate dal sindaco – ha detto Pisani – una persona perbene, certo, ma che ha mancato di sensibilità e di umanità verso questi territori, che ha pensato al lungomare e intendeva cancellare Scampia dall’agenda di governo della città». «Noi però – ha aggiunto – non ci siamo mai fermati e grazie a persone come Giovandomenico Lepore siamo riusciti perfino a fare cose … ‘spaziali’», ha detto, ricordando l’arrivo a Scampia dell’astronauta Samantha Cristoforetti acclamata dai giovani in un Auditorium gremito.
Sì – ha detto soddisfatto Pisani – abbiamo fatto tante cose insieme in questi cinque anni, così tante che ho ‘dovuto’ scrivere questo libro per ricordarle tutte. Ma tanto resta ancora da fare. «A cominciare dalle Vele, per le quali vigileremo, affinché l’abbattimento, se e quando ci sarà, come auspichiamo, avvenga in modalità sicure e senza spargere nell’aria i veleni dell’amianto come avvenne anni fa, con gravi danni per la salute dei residenti. E poi i Campi Rom, dove vivono persone, anziani, bambini, in condizioni disumane, luoghi dell’abbandono per i quali esistono ben precise responsabilità da parte di coloro che girano la faccia, perché se scompaiono i Campi Rom finiscono le passerelle dei tanti che speculano, in un modo o nell’altro, su questi luoghi di negazione dei diritti umani».
Ma le parole più dure Pisani le riserva ancora alla fiction Gomorra: «I danni maggiori, oltre a quelli già in atto, li vedremo nei prossimi anni. Perché è sbagliato credere che le centinaia di migliaia di ragazzi che vivono nei territori del massimo abbandono istituzionale abbiano gli strumenti di lettura della realtà che possiedono i sociologi, gli accademici, i critici televisivi. No, questi ragazzi, rivedendo l’epopea del crimine nelle loro stesse strade, sullo scenario della loro vita di tutti i giorni, non potranno che abbandonarsi allo spirito di emulazione, cui potranno essere sottratti solo con il sostegno di bravi maestri, preti, insegnanti, tutti volontari che cercano di arrestare l’ondata negativa di Gomorra La Serie. Una produzione impeccabile dal punto di vista cinematografico, ma inesorabile sui nostri ragazzi».
Chiude, Pisani, con il ricordo della visita di Papa Francesco a Scampia, un luogo fortemente voluto da Sua Santità per la tappa partenopea, dopo che lo stesso Pisani gli aveva rivolto questa richiesta pochi mesi prima, incontrandolo in Vaticano durante la visita di Maradona al Pontefice. Di qui, dal ricordo di quel memorabile 21 marzo 2015 a Scampia, la frase che Pisani ha scelto come emblema per il suo libro: luci accese su Scampia, «perché – dice – ho imparato che il bene è più forte del male. E per questo vince, vince sempre».
Cosa succede a Scampia da domani in poi? Quello di Pisani non è un addio, è l’inizio di una partecipazione in forme diverse. Intanto però qua fuori i segnali non sono un granché. «Mentre arrivavo – sbotta Lepore – ho visto i camion dell’edilizia in Villa Comunale. Alla mia domanda hanno risposto che stanno costruendo un campo di calcio. Un campo di calcio in piena Villa, dentro l’unico, grande polmone verde della città? E a che serve, quando sono stati lasciati a deperire quattro campetti già esistenti?». Staremo a vedere, perché – sia ben chiaro – ormai su Scampia le luci si sono accese. E, c’è da giurarci, non si spegneranno più.
Rita Pennarola