
Già, ma il governo ha bisogno di soldi e subito…«Ma non può funzionare in eterno: la diminuzione dei consumi petroliferi (benzina -16.1% e gasolio -14.3% ad aprile secondo il Ministero dello Sviluppo Economico n.d.r.) sta vanificando l’effetto delle accise statali. Così non ricava più nulla. Anzi, i rincari hanno come effetto diretto quello di far crollare il mercato dell’auto, così lo Stato perde anche l’Iva».
Come se ne esce?«Riducendo la pressione fiscale su benzina e gasolio che sono i prodotti più tassati in assoluto: il 60% del prezzo è fatto di tasse. Oggi mantenere un’automobile costa a ogni famiglia fra i 3.500 e i 3.800 euro l’anno, capisce che è insostenibile. Un dato su tutti fotografa la realtà: nella giornata di Pasquetta di quest’anno la nostra società di soccorso stradale ha effettuato 2.500 interventi contro i 5.000 dell’anno scorso. E non certo perché le auto sono più resistenti».
C’è chi dice meno macchine in giro meno inquinamento, un lato positivo c’è almeno?«Sì, ma il parco circolante invecchia rapidamente e tantissimi italiani non possono rinunciare a muoversi con il proprio mezzo privato. Penso alle piccole aziende, agli artigiani, a chi vive fuori dalle grandi città. E inoltre in Italia l’industria automobilistica contribuisce in maniera fondamentale al Prodotto interno lordo».
L’Aci spesso è stata al centro di polemiche, c’è chi la considera un «carrozzone» inutile. A cosa serve oggi?«E’ un giudizio sbagliato e ingeneroso. Siamo un ente complesso che non grava sui bilanci dello Stato. Abbiamo investito tanto per rendere efficiente il Pra e ora funziona. Dobbiamo difendere gli interessi dei 35 milioni di automobilisti italiani e presentarci come interlocutori del governo su temi di sicurezza e mobilità. E lanciare sempre proposte innovative».
http://motori.corriere.it/motori/attualita/12_giugno_05/sciopero-benzina-6-giugno_7f6a456a-aee3-11e1-8a11-a0e309a9fded.shtml